Metafonia – Marcello Bacci

Marcello Bacci è stato un pioniere nel mondo della ricerca psicofonica, all’inizio degli anni ’60, passando attraverso una vasta gamma di metodologie. Dopo alcuni anni di sperimentazione con il magnetofono, la ricerca si è andata focalizzando nella ricezione di Voci paranormali, tramite un apparecchio radio-ricevente a valvole. La particolarità del fenomeno di Bacci sta nel fatto che le voci registrate nel laboratorio di Grosseto, sembrano rispondere direttamente allo sperimentatore e ai presenti. Professionisti, gruppi di ricerca e scienziati hanno spesso trovato nel tempo diversi stralci di voci, piccole parti di un discorso, mentre con Bacci iniziarono ad instaurarsi veri e propri dialoghi. Questo ci lascia intendere in maniera più chiara quanto sia fondamentale nella medianità il ruolo dello sperimentatore stesso. Non effettuerò un ‘excursus’ storico sulla vita di Marcello Bacci, facilmente reperibile sul web, bensì mi focalizzerò sui fenomeni e sull’analisi teorico-logica degli stessi.

Alan Cordula, una guida negli esperimenti di Bacci

La misteriosa figura di Cordula si presentò all’equipe di Marcello Bacci durante una sessione di psicofonia. Non sappiamo chi fosse ma sta di fatto che “Cordula” ha rappresentato per il gruppo di Bacci una guida ed un intermediario con le “Voci” dei defunti, aprendo la strada a tutte le future comunicazioni.  La presunta entità ha favorito e presentato un gran numero di “voci” in seguito registrate sui nastri del laboratorio. Parliamo di un’intelligenza che spesso ha dialogato con i presenti e che ha in qualche modo assolto al ruolo di tramite tra il team e le “Voci” stesse. Pensiamola come una sorta di mediatore tra i due mondi. Spesso il suo timbro dolce, accompagnava frasi importanti o rispondeva a domande inerenti alla presenza di persone defunte con le quali si cercava il contatto.

Sembra quindi che in un qualsivoglia tipo di comunicazione con altre realtà, sia necessaria la presenza di una sorta di “guida”. Quello che gli spiritisti chiamano “controllo” o “spirito guida che apre le sedute” si presenta a Bacci con il nome di Alan Cordula. Sembra infatti che il trittico “Medium-Controllo-Entità comunicante” sia sempre necessario per ottenere una comunicazione fluida e probante. 

Di sseguito alcuni esempi di dialoghi tra le voci ed il gruppo di Grosseto.

All’Inizio della sperimentazione

CORDULA: “Bacci, Capitani”

BACCI: “Vedi altre persone oltre noi due nella stanza?”

CORDULA: “Da, Giomi è nella stanza, lo vedo” (“Da” significa “Si” in Russo)

La sera stessa chiediamo agli “amici” se sapessero con quale strumentazione si stava operando. La riposta fu:

CORDULA: SABA

In effetti gli esperimenti vennero condotti con un SABA TG 544.

Stralci di diversi incontri tra la signora Carla ed il Centro di Grosseto

La signora Carla perse il figlio F. in un incidente d’auto a soli 26 anni. Decise così di recarsi da Bacci per tentare un esperimento psicofonico. Dopo aver tentato il contatto ecco quanto accadde:

VOCE: Sono F.L. mamma…Sono F – e lo vedi che ritorno qua”

BACCI: “Ci siete ancora amici?

VOCE: “Un giorno ci ritroveremo – il giorno in cui insieme a voi le anime…

CORDULA: “Carla, Carla, Carla, benvenuta ad assistere – Tuo figlio sta bene qua!

Piccolissimi stralci di comunicazione, ripresi da un contesto ben più ampio solo per far capire l’entità delle comunicazioni che avvenivano all’interno del laboratorio di Grosseto.

Numerosi esperimenti sono stati effettuati dal gruppo, migliaia di file audio registrati, molte le testimonianze di persone che hanno sentito dagli apparecchi radio, le voci, rispondere a domande formulate solo mentalmete; Risposte che solamente loro stessi conoscevano. Marcello Bacci ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca ed alla catalogazione di fenomeni di natura psicofonica. Il Centro di Grosseto ha raccolto numerose testimonianze importanti. Un pezzo di storia della ricerca parapsicologica in Italia che non deve mancare agli sperimentatori di oggi e domani. E’ importantissimo analizzare dal punto di vista puramente scientifico il fenomeno ma è altrettanto importante adottare un atteggiamento aperto e possibilista. non possiamo asserire a distanza di quasi mezzo secolo dagli inizi delle sperimentazioni al laboratorio di Bacci che le voci siano di persone defunte. Ma non si può altresì scartare l’ipotesi a priori; si analizzino i contenuti, si usi pure un atteggiamento scettico ma sano. Il lavoro del gruppo di Bacci deve fungere da apripista a tutti coloro che vogliono e amano cimentarsi nella sperimentazione della metafonia e mi permetto di dirlo, se esiste una strada che può aprire al concetto di sopravvivenza e comunicazione con l’otre, è proprio questa.

 

Condividi sui social