il celebre caso di gordon davis
Il celebre caso di Gordon Davis di cui fu sperimentatore uno dei più noti metapsichisti, il matematico S. G. Soal, accadde nel 1922, durante una serie di sedute tenute con la medium Cooper, dove questa personificò, a voce diretta, la voce di un antico compagno di scuola del Soal stesso, Godon Davis, che al Soal risultava caduto in guerra, il quale gli confermò la propria morte, ricordò molti particolari della loro giovinezza alcuni dei quali ignoti al Soal e poi risultati esatti, manifestò anche un singolare fenomeno di precognizione.
Ma, tre anni dopo, il matematico incontrò il vecchio amico in carne ed ossa, del tutto ignaro di aver parlato con lui per il tramite di una medium e di essersi dichiarato defunto. Sembra evidente che la Cooper , si immedesimò telepaticamente nello psichismo del Davis e, in egual tempo, anche con quello del Soal, che lo credeva morto, e, con un parziale intervento della propria coscienza, personificò il tutto in un ‘io’ defunto invece che in un ‘egli’ vivente. Questi fenomeni hanno suggerito un’ altra spiegazione, oggi ascoltata da molti parapsicologi. Secondo la quale la personificazione si ridurrebbe a un complesso di fenomeni telepatico-chiaroveggenti: il medium, personificando un defunto o un vivente, non farebbe che accogliere telepaticamente notizie su di esso traendola dai consultanti che avevano conosciuto il vivente in vita, o dal vivente stesso e integrandole eventualmente con visioni chiaroveggenti nel passato, nel presente o nello spazio, ed esprimerebbe il tutto personificandolo in una personalità fittizia che dice ‘io’.
Dobbiamo riconoscere tuttavia che nemmeno questa interpretazione copre tutto l’insieme della casistica. Qualora infatti la personificazione consista in una immedesimazione, l’iniziativa del fenomeno dovrebbe provenire dal complesso sensitivo-consultanti, ossia dagli insiemi che i consultanti conoscono o vogliono conoscere e da quelli cin cui il sensitivo, attraverso di essi viene a contatto per via telepatico-chiaroveggente personificando poi il tutto in un ‘io’ puramente fittizio. Se invece la personificazione consiste in una sostituzione, l’iniziativa proverebbe da una o più personalità secondarie del sensitivo stesso. Ma la casistica ci presenta numerosi fenomeni in cui in modo evidente l’iniziativa non può partire né dal complesso sensitivo-consultante né da una o più personalità secondarie. Dobbiamo ora soffermarci su questi casi che, oggi, vengono generalmente trascurati dalla parapsicologia.
interpretazione spiritica ?
Consideriamo ora un episodio esemplare. In una seduta si presenta, per automatismo parlante, attraverso il cosiddetto controllo del medium, (la personalità, cioè, che servirebbe da intermediario tra il medium stesso e altre personalità, per lo più defunte, da essa aiutate a manifestarsi ),una personalità femminile, che viene minutamente descritta dal controllo stesso senza che alcuno la riconosca, e che prega i partecipanti di recarsi immediatamente a un dato indirizzo e di cercare una data persona a tutti sconosciuta: si tratta di salvare una vita. I partecipanti interrompono la seduta per soddisfare questa invocazione, si recano all’indirizzo indicato e suonano a un campanello di una vecchia Casa: viene ad aprire un tale che li guarda stupito e si svolge un breve dialogo ovviamente incerto e confuso. Ma in quel momento si ode un fragore nell’interno dell’appartamento: è franato il pavimento di una stanza, la stessa in cui, fino a poco prima, l’uomo richiamato dallo squillo del campanello stava tranquillamente intento alla lettura di un libro. Avvengono delle spiegazioni e l’uomo riconosce nella descrizione della personalità che aveva lanciato il messaggio di soccorso, la propria madre defunta. In un caso simile, che è tutt’altro che unico, è molto difficile ipotizzare da dove sia partita l’iniziativa del fenomeno. Non dal sensitivo né dagli astanti, i quali ignoravano totalmente l’esistenza del pericolante; non da loro personalità secondarie, le quali si trovavano nelle loro stesse condizioni; non dallo psichismo del pericolante stesso, il quale nulla sapeva del pericolo che lo minacciava.
Xenoglossia e lingue antiche: morti che parlano o facoltà ESP ?
Il fenomeno potrebbe interessare anche casi ancora più complessi in cui la personalità personificata parla in lingue straniere ignote al sensitivo e, non di rado, a tutti i presenti; la cosiddetta xenoglossia. Nephentes, un fantasma prodotto dalla celebre medium D’Espérance, lasciò un messaggio scritto in greco antico, lingua che nessuno dei presenti conosceva, che fu tradotto il giorno dopo da un grecista. Il medium americano Valiantine produsse voci dirette che parlavano in giapponese e in cinese. Talora la xenoglossia ha addirittura espressioni letterarie: lo stesso Valiantine per voce diretta, fece dettare al sinologo Whymant l’esatta lezione di una poesia di Confucio giunta a noi in un testo corrotto; la medium Curan scrisse, sotto dettatura di una personalità che diceva di chiamarsi Patience Worth, un poemetto idillico, Telka, in perfetto inglese arcaico. In questi casi la scrittura automatica viene realmente dalla personalità di un defunto o ancora una volta si tratta dell’estrinsecazione di facoltà extrasensoriali molto (forse troppo) complesse ?
Celebri studiosi e tentativi di uniformare la scrittura automatica
Secondo il Sudre, per esempio, la definizione scrittura automatica è: “alquanto inesatta, se si considera che deriva da una coscienza a volte più ricca e più coerente della coscienza normale. Anche nel senso in cui l’ha usato Janet, distinguendo tra l’attività creatrice dello spirito e l’attività conservatrice, il nome di automatismo è inaccettabile per una attività che, una volta spezzatasi la personalità, è essenzialmente creativa. (Sudre 1996) Tale espressione, però, non è stata adottata nè in psicologia nè in parapsicologia.
Nel 1940 Salvatore Occhipinti conia il termine telescrittura (scrittura a distanza), e vuole indicare specificatamente le comunicazioni ottenute, attraverso la tavoletta o il bicchierino capovolto, fatto scorrere su di un piano dove vengono poste le lettere dell’alfabeto. Successivamente questo temine viene usato anche per la scrittura automatica.
Gli psicologi lo considerano una manifestazione dell’io incoscio e se ne valgono spesso per le loro analisi del profondo: durante la scrittura automatica affiorano motivi rimossi, che il soggetto ha respinto nella zona inconscia per la paura di affrontarli. Assume però carattere paranormale quando nelle comunicazioni scritte appaiono evidenti manifestazioni di telepatia,chiaroveggenza nello spazio e nel tempo ,xenoglossia, identificazione spiritica. Tra le ipotesi interpretative del fenomeno, tre sono le principali correnti che emergono:
- interpretazione spiritica;
- interpretazione parapsicologica;
- interpretazione psicologica, psicanalitica.
i messaggi di william stainton moses
Dapprima la scrittura era piccola e irregolare, e mi era necessario scrivere adagio e con riguardo, e di sorvegliare la mano, seguendo le righe con l’occhio, perché, se così non facevo, il messaggio diveniva spesso incoerente… Dopo poco tempo, però, mi accorsi che potevo dispensarmi da quelle precauzioni. La scrittura, mentre diveniva sempre più minuta, divenne al tempo stesso regolarissima e di bella forma. La materia trattata era sempre di carattere puro ed elevato, molta di essa di carattere personale, intesa a guidare e dirigere me stesso. Posso aggiungere che per tutto il periodo di queste comunicazioni scritte, non vi è messaggio sconsiderato, non un tentativo di scherzo, nessuna volgarità o incongruenza, nessuna dichiarazione falsa o ambigua, per quanto io sapessi o potessi arguire: niente di incompatibile con lo scopo dichiarato spesso e spesso ripetuto, di istruzione, di luce e di guida da parte di spiriti pari al loro compito. Le prime comunicazioni erano uniformi quanto a stile, e quanto alla firma: Doctor, the teacher (Dottore, l’insegnante); né questi messaggi sono mai variati durante tutti gli anni in cui egli ha scritto. Ovunque e in qualunque tempo egli scrisse, la sua calligrafia rimase immutata, mostrando invero minori cambiamenti di quelli che mostri la mia stessa calligrafia durante gli ultimi dieci anni. Egli è per me un’entità, una personalità, un essere con le proprie idiosincrasie e caratteristiche, perfettamente definito, come gli esseri umani con i quali io vengo in contatto; se tuttavia non faccio torto a lui usando questo paragone.
tecniche per la scrittura automatica
Gli strumenti necessari per praticare la scrittura automatica indiretta sono davvero molto semplici da reperire: bastano alcuni fogli, un lapis (oppure una penna) e un po’ di concentrazione. Dopodiché, si deve raggiungere una atteggiamento adeguatamente rilassato, il gomito appoggiato sul tavolo, la matita tra le dita. Non esiste la ‘postura corretta’ e tendenzialmente ognuno riesce a trovare la sua. C’è chi tiene la matita tra le dita, chi l’appoggia al palmo, chi la tiene per la sommità. E’ comunque fondamentale evitare qualunque forma di irrigidimento (mentale e fisico). La scelta dell’ambiente dove svolgere la sessione è molto importante. E’ preferibile trovarsi in una stanza lontana il più possibile da molesti brusii esterni ma al contempo con una buona aerazione e sottofondo musicale, senza sorgenti di eccessiva luminosità. Tutto ciò concorre a lasciar spazio ai livelli più profondi del proprio spirito, per far emergere l’inconscio o, appunto, interfacciarsi con altre entità. Per avere risultati migliori, può rivelarsi utile praticare la scrittura automatica sempre alla stessa ora, così da attivare degli automatismi personali. Alcuni Medium sono soliti scrivere alcune domande sui fogli che utilizzeranno, così da fornire una traccia, mentre altri sono restii all’utilizzo di ogni tipo di vincolo. Prima di cominciare, è sempre buona abitudine annotare sul retro dei fogli la data e possibilmente l’ora di inizio (nel caso non si deputasse a tale attività una specifica ora della giornata). E’ davvero utile considerare la matita come un’estensione della propria mano (il fatto che sia in materiale organico quale il legno sembrerebbe aiutare questa attività). Appena si inizia, la mano tenderà a tracciare figure senza spigoli e con grande fluidità quali cerchi, ovali, spirali e grafismi ad ‘8’. Tale fase ‘iniziale’ può perseverare per tutta la durata della sessione oppure può evolversi in una fase di affinamento e portare a risultati più compiuti e cioè prima parole e poi vere e proprie frasi (ma è molto difficile che accada già alla prima sessione).In conclusione, molteplici sono gli approcci a tale attività e così pure le possibili spiegazioni. Ma la Scrittura Automatica non è affatto un gioco od un modo per passare una serata con gli amici, bensì una disciplina che deve essere avvicinata con maturità e serietà.
la scrittura automatica oggi
Riflessioni e critiche di Daniele Cipriani
Come abbiamo visto, in passato i casi erano tra i più disparati, complessi e assolutamente degni di interesse da parte di parapsicologi, psicologi e ricercatori. Ci si domandava continuamente se i fenomeni ai quali si assisteva fossero frutto di facoltà ESP del sensitivo o se vi fosse l’ intervento di entità disincarnate. Tutto questo avveniva però a seguito del manifestarsi di fenomeni decisamente fuori dal normale. Vi erano identificazioni spiritiche degne di nota, alti messaggi spirituali che non appartenevano all’estrazione culturale dello scrivente e manifestazioni oggettive di straordinaria complessità. Oggi assistiamo invece alla totale decadenza di questa pratica (come di molte altre in seno alla ricerca psichica) per mano di individui che in preda a spasmi strani, iniziano a tracciare dei segni a caso su un foglio (a volte producendo anche strani voci alterate) deducendone chissà quali “elevatissimi” messaggi (sempre banali). Ho assistito personalmente a persone che, perfettamente in stato di veglia, tracciavano dei cuori dicendo agli astanti che il figlio deceduto, Gesù o sconosciuti angeli di luce portavano per loro quel messaggio. Ora, ben venga se si inizia una pratica autonoma e che arrivino dei messaggi per se stessi che magari indirizzano una propria strada spirituale o una forma di conforto. Ma se si inizia a farne un circo, il ricercatore serio DEVE intervenire, esimersi dal farlo significherebbe esserne complici. La scrittura automatica è sicuramente un fenomeno interessante, attenderemo il verificarsi di situazioni degne di nota e ne tratteremo ampliamente attraverso i nostri canali.
Credits
- La Personificazione come fenomeno parapsicologico – articolo di Francesco Lamendola.