Perché ricominciare a parlare di Stefan Ossowiecki nel 2020?
La risposta è semplice e racchiude un’ ineluttabile dicotomia.
Crediamo sia doveroso dedicare a lui queste poche righe, non solo per le preziose testimonianze a noi arrivate circa la sue straodinarie doti da sensitivo, ma, soprattutto, perché durante la sua vita si prestò umilmente e con invidiabile spirito scientifico ad una quantità eccezionale di sperimentazioni, sia formali che informali, e infine mise senza riserva alcuna le sue facoltà al servizio della collettività a titolo completamente gratuito.
Ora più che mai possiamo solo volgere le nostre menti verso il passato al fine di far riaffiorare in noi tutti i valori, in alcuni mai sopiti, che la parapsicologia inderogabilmente richiede come criteri essenziali da applicare ad un tipo di ricerca coerente e lontana da secondi fini.
Vita di un personaggio poliedrico
Come molti abitanti della polonia la sua vita fu scossa dalla Prima guerra mondiale e dalla Rivoluzione Russa. Nacque nel 1877 in quella che allora era ancora una colonia russa. La famiglia era benestante ed ebbe la possibilità e di ricoprire cariche di prestigio proprio grazie al suo ceto. Il padre, non a caso, fu assistente di Mendeleev.
Leggendo la sua biografia si evince che sia la madre che la nonna praticassero la scrittura automatica e avessero premonizioni. Questo può essere, senza alcun dubbio, uno spunto molto interessante che aggiunge ulteriore veridicità alle teorie che imputano una sorta di “familiarità” alle facoltà medianiche o ESP.
A 14 anni ebbe le prime premonizioni, in più egli stesso sosteneva di scrivere testi in lingue a lui sconosciute.
Intorno ai 17 anni conobbe un personaggio determinate ma totalmente avvolto nel mistero, un certo Wrobel, il quale divenne suo mentore. Purtoppo non si hanno informazioni precise a riguardo. Sappiamo solo vivesse come un eremita, che ebbe grande impatto spirituale sul sensitivo e che predisse all’ uomo le facoltà che avrebbe sviluppato in futuro.
Nel 1918 Ossowiecki fu arrestato con l’ accusa di tradimento e spionaggio in combutta con i francesi. Fu segregato per sei mesi al buio, in una cella piena di scarafaggi e nutrito solo con pesce in salamoia e un bicchiere di acqua al giorno. Poco prima della sua condanna a morte venne salvato da un suo amico divenuto un potente ufficiale. Fu sua madre, tramite una lettera, a richiedere il suo aiuto (particolare che trapelò dalla corrispondenza personale del figliastro). A suo dire, in un’ intervista datata 1937, questa esperienza diede il via a tutti quelli che da lì in poi saranno i poteri psichici che noi tutti conosciamo.
“Fu solo allora che apprezzai questo dono, donatomi dal creatore, e capii che avrei potuto aiutare gli altri usandolo”
(Goniec Warszawki, 29 Aprile 1937)
Durante la guerra aiutò molte persone nella ricerca dei propri cari perduti. Egli era così disponibile che davanti alla sua porta le persone erano disposte a fare file di ore.
Per quanto riguarda la sua morte alcune fonti rivelano sia stato fucilato dai nazisti insieme ad un altro gruppo nel 1944. Ogni suo scritto e i suoi quadri furono distrutti. Il suo corpo non fu mai ritrovato.
Altri sostengono possa essere stato rapito da questi, interrogato e torturato fino alla morte, ma questo non lo sapremo mai.
Il pensiero di Ossowiecki
“Affermo che questa condizione è determinata dalla mia irremovibile fede nell’unità spirituale di tutta l’umanità”
(Stefan Ossowiecki)
Quello che Stefan Ossowiecki vedeva nel suo dono è di sicuro un qualcosa di portentoso che testimonia la spiritualità del sensitivo, la sua profonda intelligenza e bontà d’ animo. Egli sosteneva infatti che le sue capacità non dovevano trasformarsi in un mero aiuto pratico per le persone, ma in una crescita finalizzata allo sviluppo della propria consapevolezza, in modo da divenire parte attiva dell’ evoluzione spirituale dell’ umanità.
Credendo fortemente in uno scopo superiore e scevro da qualsiasi materialità, egli vedeva il profitto economico come un sacrilegio.
Riteneva addirittura offensivo, da un punto di vista squisitamente religioso, accostare le sue facoltà al denaro. D’ altra parte, come egli stesso amava dire, un gentiluomo non avrebbe mai preteso di essere pagato per dei servizi di chiaroveggenza alla stregua di un volgare chiromante (absit iniuria verbo).
Modus operandi
Ma quale fu l’ approccio di Ossowiecki? In che modo egli viveva le sue dimostrazioni? Cosa accadeva quando entrava in trance e come riusciva a farlo?
Di seguito la sua testimonianza:
“Soprattutto provo a ricreare l’ oggetto nella mia immaginazione, ce l’ ho di fronte a me come fosse reale, questo desensibilizza la mia consapevolezza.
Provo a mantenere questa figura davanti ai miei occhi tutto il tempo e una volta che ho visto l’ oggetto, o il paesaggio, o l’ uomo al quale sono interessato, in quell’ istante, la forma dell’ oggetto che fino a quel momento era rimasta davanti a me inizia a scomparire. In quel frangente sento un incredibile appagamento psichico, muovendomi ancora e ancora nel cosmo dell’ universo.
Sconfinati orizzonti e visioni sorgono davanti ai miei occhi: basta prendere un oggetto, e istantaneamente quello mi trasporta in quei posti sui quali mi ero concentrato, e che lui stesso aveva toccato. Durante questi momenti perdo il senso dello spazio e del tempo, la mia temperatura corporea sale, il mio cuore batte più velocemente e mentre ‘vedo’ ho la sensazione di essere già stato in quel luogo. Più mi sforzo a vedere, più la realtà che mi circonda sfuma e svanisce”
(Ossowiecki, 1933, pp.56-77)
Spesso le sue dimostrazioni lo lasciavano confuso e in stato di amnesia. Inoltre, per quanto possa sorprendere, possedeva anch’ egli dei limiti. Ad esempio poteva leggere solo parole scritte a mano, non parlava inglese e non riusciva a decifrare i contenuti in questa lingua. Per ultima cosa, ma non per ordine di importanza, non aveva la facoltà (o non desiderava possederla) di usare le sue doti a suo beneficio.
Tra i fenomeni fisiologici manifestati durante la trance e riportati sia da Ossowiecki che dai ricercatori troviamo: bpm da 90 a 100, testa molto calda, tachicardia, senso di smarrimento, malessere generico e amnesia globale transitoria che poteva durare giorni.
I materiali utilizzati durante le sperimentazioni non avevano alcuna connessione con le facoltà del sensitivo, quindi non vi era nulla che potesse limitare le sue percezioni, l’ unico limite era egli stesso.
In una dichiarazione fatta al Dott. E. Osty riguardante la questione del fenomeno di esplorazione paranormale degli scritti e degli oggetti come stimolo di percezione, egli disse:
“Io non mi occupo affatto della carta…anche se la guardassi ciò non mi servirebbe a nulla. Io la stringo fra le mani e la palpeggio allo scopo di mettermi in relazione con la persona dalla quale essa proviene, ovunque essa si trovi. Quando il fenomeno deve compiersi, mi sembra, a partire da un certo momento, di essere io stesso la persona in questione: e allora avviene che ciò che essa ha pensato, ciò che essa ha scritto, si presenta nel mio spirito come se fosse un mio ricordo, come se io mi identificassi con essa e mi ricordassi di ciò che essa ha pensato. Ma può anche avvenire che io lo senta, o che lo dica senza sapere il perché. Ciò che è l’ essenziale, è che io riesca ad entrare in rapporto psichico con quella persona; senza di che nulla si produce. E questo non avviene con la stessa facilità con tutte le persone: al contrario, con alcune la cosa riesce da sé, con altre nulla è possibile. La carta scritta non mi fornisce, direttamente, alcuna idea su suo contenuto: come ogni altro oggetto impiegato per scopi analoghi, essa non è per me che un mezzo per mettermi in rapporto con qualcuno”
Prove tangibili circa le sue capacità
Tra i tanti fortunati ricercatori che riuscirono a lavorare con Stefan Ossowiecki troviamo: Besterman, Dingwall, Geley, Gravier, Missuna, Osty, Pilsudsky, Richet.
Non sono solo loro a riportare resoconti dettagliati degli esperimenti ma abbiamo riscontri da personaggi della borghesia francese, polacca e inglese. Uomini e donne di spicco che avrebbero avuto molto da perdere mettendo a garanzia della veridicità dei fatti divulgati il proprio nome.
I loro racconti parlano di identificazioni di criminali, individuazione di persone scomparse e ritrovamenti di piccoli oggetti smarriti. Alcuni sostengono sia riuscito a spostare un pesante pianoforte fino a dieci metri senza toccarlo. E, come se già tutto questo non bastasse, vi si aggiungono apparizioni volontarie in abitazioni di conoscenti e riconoscimenti di manufatti archeologici.
Tra i casi più interessanti ne elencheremo solo alcuni tra i più curiosi e di impatto.
- Il tranello del Prof. Santoliquido
Questo fatto si svolse all’ Istituto Metapsichico di Parigi, era il 3 novembre 1925 e assieme ad Ossowiecki vi erano il Prof. Rocco Santoliquido (professore in medicina e allora direttore della Sanità Pubblica in Italia) e il parapsicologo, nonché medico, francese Eugène Osty.
Quel giorno il sensitivo decise di mettersi ulteriormente alla prova chiedendo al Prof. Santoliquido di disegnare qualcosa su un suo bigliettino da visita e di chiuderlo in una busta, lui avrebbe indovinato, come suo solito, l’ immagine impressa su carta. Il professore accettò e rimase da solo in un salone a porte serrate, mentre Ossowiecki si recò con Osty in una stanza contigua controllato dagli occhi vigili del ricercatore.
Dopo pochi istanti Santoliquido chiamò Ossowiecki e gli consegnò una busta intestata all’ Istituto Metapsichico.
A quel punto lui mise subito le mani dietro al dorso, stringendo con forza quella busta che lui non guardò mai.
Dopo alcuni secondi esordì:
“Voi non avete fatto mica un disegno come io vi avevo chiesto…voi avete scritto una parola…è in italiano”
Passarono altri istanti…
“Voi avete scritto Fran…Francesco…voglio scriverlo su un pezzo di carta, tal quale io lo vedo…”
L’ immagine precedente è il risultato dell’ esperimento, non solo Ossowiecki intuì che non si trattava di una figura, ma riuscì a visualizzare la scritta e a trascriverla esattamente nel modo in cui lui la vedeva. E la somiglianza del tratto è, senza alcun dubbio, eccezionale.
- Il terribile caso della ragazza con la gonna rossa
Fu direttamente Stefan Ossowiecki a far trascrivere questo caso alla segretaria della Warsaw Psychophysical Society, Maria Szpyrkowna. Possiamo ritrovarlo citato da J. Jacyna in Facty i Legendy in questo passaggio:
«Nel 1924 ad Ossowiecki fu chiesto aiuto da un Rabbino che aveva una figlia di 14 anni, Rebecca. La ragazza non tornò mai a casa dopo essere uscita da scuola, la quale si trovava nella città vicina.
“Lo vedo chiaramente…La ragazzina con i capelli scuri e la cartellina sta tornando a casa. C’è qualcuno dietro di lei, la sta seguendo silenziosamente, nel buio. Un uomo terribile. Lui porta con se una valigia, in questa valigia ha una corda, un’ asse e una chiave inglese…non nella valigia, nella sua tasca…
Lui allunga il passo per raggiungere la ragazza, sospira e geme. Le chiede gentilmente se può portare la sua valigia per un po’, dice di essere davvero stanco e malato, lui zoppica. Egli va di fretta perché deve prendere il treno, ma non riesce a camminare molto veloce con la valigia…
Lei prende la valigia. Loro camminano insieme: la ragazza davanti, l’ uomo zoppicando dietro di lei. Entrano in un piccolo bosco; sembra trovarsi vicino ad un cimitero.
Quello che vedo ora è terribile. L’ uomo si avvicina alla ragazzina silenziosamente, infila una mano nella tasca, tira fuori la chiave inglese, colpisce la ragazza sulla testa da dietro. La ragazzina cade a terra priva di conoscenza. Questo è orribile. Lui si lancia sulla vittima strappando il suo vestito, la trascina tra i cespugli…La violenta. Ora non posso più guardare”»
Si scoprì dopo che la descrizione data da Ossowiecki al Rabbino, riguardo la scena dell’ omicidio e il posto dove la ragazza venne sepolta, fu accurata. Il padre della giovane disse che fu facile trovare il posto descritto, poiché vi era un pezzo della gonna rossa della vittima che sporgeva dalla terra.
Inoltre, grazie all’ ulteriore descrizione dettagliata dell’ uomo che aveva aggredito la ragazza e dei suoi spostamenti successivi, l’ assassino fu catturato poco tempo dopo.
Quello che avete appena letto fu solo uno dei tanti casi in cui Ossowiecki diede una minuziosa descrizione di un crimine violento.
- Out-of-body experience?
Nonostante si sostenga fossero più di uno abbiamo la documentazione solo di due episodi di questo tipo. Uno di questi è stato eseguito con l’ ausilio del Dott. Geley, e fu definito da egli stesso “pericoloso”.
Non esistono tracce del racconto da parte del ricercatore (lo troviamo infatti solo nella biografia di Ossowiecki) poiché i pochi dati disponibili non resero il fatto all’ altezza del Revue Metapsychique.
«Questo è un viaggiare nella dimensione astrale senza perdere contatto con il corpo fisico. Ho portato avanti 7 esperimenti del genere in Polonia.
Durante il primo era presente il Prof. Geley, fu lui che mi chiese di tentare l’ impresa. Io scelsi Miss Leszcynska, un’ attrice del Polish Theatre. Mi sono autoinvitato nel suo appartamento per una serata e l’ ho osservato intensamente, tentando di assorbire per quanto più possibile l’atmosfera di sottofondo. Devo segnalare che non ho avvisato Miss L. del fatto che volessi sperimentare con lei. Tra le 10 e le 11 di sera tornai a casa, dove il Prof. Geley e Mrs. W. mi stavano aspettando. Notai la siringa con la canfora, lo devo ammettere, non mi fece una bella impressione. […]
Mi sono seduto comodamente in una grande poltrona e ho cominciato a dare indicazioni alla mia consapevolezza tenendo una palla di cristallo davanti ai miei occhi. In quel momento stavo cercando ardentemente di ricreare gli interni dell’ appartamento di Miss L. e la sua proprietaria. Per farlo mi sono sforzato molto al punto da perdere totalmente coscienza di me stesso e in quel momento mi trovai nella stanza di Miss L..
Miss L. cominciò ad urlare “Ossowiecki, Ossowiecki, Ossowiecki!”. Posso ricordare che urlò tre volte, poi si alzò e accese la luce. Il tutto durò qualche secondo.
Il mio corpo sembrava fluttuare in aria, avevo totalmente perso la consapevolezza delle mie mani e delle mie gambe. Non potevo dire una parola. Ho avuto paura di morire quando ho pensato a come sarei tornato indietro nel momento in cui avessi dovuto farlo. Vidi Miss L. e la sua stanza in modo limpido, in modo più chiaro di quanto avrei potuto nella realtà.
Dopo qualche minuto iniziai a risvegliarmi. Geley stava già stringendo la siringa con la canfora, come se il mio cuore avesse cominciato a rallentare. Alla fine tornai e gli raccontai cosa avevo visto e sperimentato.
La mattina successiva telefonammo a Miss L. per darle un appuntamento in un ristorante per mezzogiorno. Lei fu veramente impressionata dal fenomeno. Raccontò nel dettaglio cosa era successo, e tutto questo coincise totalmente con il resoconto che avevo fatto a Geley direttamente dopo l’ esperimento. Noi ci recammo immediatamente nell’ appartamento di Miss L. dove indicai il muro dal quale entrai e dove mi materializzai, e fu anche questo tutto corretto. Questo esperimento mi costò due settimane di malattia»
Conclusioni
Probabilmente vi chiederete come mai, a oggi, non vi sia un personaggio noto capace di tali impressionanti facoltà.
Dare una risposta certa sarebbe impossibile. Le cause probabilmente sono molteplici e sarebbe doveroso toccare temi riguardanti la sociologia, la psicologia o l’ antropologia. Ma, chiaramente, rischieremmo di andare fouri tema e di appesantire l’ articolo.
Quello che possiamo asserire è che immergersi nella vita, e nell’ intricato pensiero, di personaggi come Stefan Ossowiecki può, senza alcun dubbio, aiutarci a tenere i piedi ben saldi a terra, donandoci strumenti atti a scindere il falso dal reale o l’ etico dall’ immorale.
Molti ricercatori, nell’ ultima fase del novecento, si sono concentrati sul voler dimostrare la possibilità che tutti possano detenere, o sviluppare, determinate facoltà in maniera indiscriminata, idea che si è rivelata fallimentare sotto molti punti di vista. Questo non ha fatto altro che alimentere ulteriormente errate convinzioni già presenti, regalando visibilità a personaggi che altrimenti non ne avrebbero ricevuta.
Non si può negare che molti propendano ad una certa sensibilità e che possano in qualche modo “allenarla”. Ma non si può nemmeno dichiarare che possano esistere indottrinamenti rivolti a trasformarci in qualcosa che non siamo.
Citando la Barrington, ipse dixit!
“I conservatòri insegnano musica senza pretendere che tutti diventino grandi maestri, infatti vi sono tantissimi buoni musicisti ma veramente pochi grandi artisti”
Credits
- “A world in a grain of sand: the clairvoyance of stefan Ossowiecki” di Mary Rose Barrington, Zofia Weaver, Ian Stevenson - McFarland Publishing 2005;
- “Swiat mego ducha i wizje przyszlosci” di Stefan Ossowiecki - LTW 2013;
- “Telepatia: telepatia spontanea e trasmissione del pensiero sperimentale” di E. Osty - Istituto di Studi Psichici 1933.