Quando la mente ci inganna
Con il termine pareidolia viene indicata la tendenza istintiva e automatica, partendo da stimoli casuali, a trovare strutture ordinate e già conosciute. L’associazione si manifesta in special modo verso le figure e i volti umani. Classici esempi sono la visione di animali o di volti dalle fattezze umane nelle nuvole; tutto questo è un fenomeno psicologico sviluppatosi quasi in modo naturale, in quanto per l’essere umano è così socialmente importante riconoscere i volti che ognuno di noi possiede un’ area del proprio cervello dedicata proprio a questa funzione. Diversi studi sono stati effettuati sull’argomento sia in Italia che all’estero e colpisce molto come partendo da semplici tratti, anche pochi e vagamente ordinati, il nostro cervello riconosca un volto dove in realtà non esiste. Il termine è molto noto nell’ambito della ricerca paranormale in quanto tale fenomeno percettivo subcosciente inganna i meno esperti e provoca moltissimi falsi positivi che poi vengono divulgati sul web come foto di presunti spiriti o suoni di natura paranormale.
Si pensi che in base a ciò che riconosciamo in una macchia, si può anche capire qualcosa della nostra personalità. È sulla base di questo principio che lo psichiatra svizzero Hermann Rorschach ha definito un test, famoso in tutto il mondo che porta proprio il suo nome, nel quale l’osservatore deve comunicare quali immagini riconosce in alcune macchie di inchiostro simmetriche.
Bisogna fare molta attenzione a questo fenomeno: conoscerlo, riconoscerlo e rendersi conto del momento in cui si attiva per non essere ingannati. Il nostro lavoro si basa su ricerche di natura scientifica e non possiamo permetterci il ‘rischio’ di testimoniare con orgoglio una scoperta (fotografica o audio che sia), se non siamo più che certi che si tratti di una reale anomalia di natura paranormale. Purtroppo il web brulica di eventi di questo tipo ed è quasi banale dirlo, tutto ciò lede fortemente la stessa ricerca paranormale agli occhi della massa. Questo fenomeno si verifica anche a livello acustico: si tende a riconoscere frasi e parole familiari dove in realtà vi sono solamente rumori e suoni privi di significato. Questo avviene soprattutto quando si ascoltano gli EVP, e ancora di più quando si ascoltano al contrario. Per tale ragione, personalmente sconsiglio questa tipologia di ricerca delle “Voci”. Non perché non sia valida ma si presta maggiormente ad ingannare il nostro sistema percettivo, generando di fatto dei falsi positivi. Questo ‘evento’ è molto frequente, si attiva guardando con una certa attenzione all’interno degli “Orbs”, già essi scambiati automaticamente per fenomeni paranormali, quando nella maggior parte dei casi si tratta di pulviscolo sospeso in aria, da figurarsi se proiettiamo anche all’interno di essi volti umani che non esistono.
Bisogna essere sempre estremamente critici con sé stessi e con ciò che ascoltiamo e vediamo attraverso il web: esistono infatti molti speculatori e “cacciatori di fama” che spacciano foto e suoni normalissimi per scoperte di natura paranormale. Cerchiamo almeno di non dare loro il destro per fuorviare la nostra obiettività.