Viaggio nella medianità di Teofil Modrzejewski (Franek Kluski)

Franek Kluski fotografato durante una seduta

La Storia

 

Franek Kluski nasce nel 1873 a Varsavia da una famiglia benestante. Il padre e lo zio, prete cattolico, sono medium non praticanti.
All’ età di cinque anni, inizia a vedere le entità con fattezze umane, rapportandosi a queste sempre con fiducia e mai con timore, trovandovi un porto d’ amore sicuro.

Il suo viaggio medianico inizia a prendere forma durante l’ adolescenza ed il suo nome inizia a godere di una certa fama. Nel corso degli anni, Kluski dimostra pubblicamente la sua medianità in moltissimi luoghi e con diverse modalità, tra le quali le sedute medianiche con luce rossa e oscurità (molto in voga in quel periodo). Durante le sedute sono gli Spiriti stessi a illuminarsi di luce propria affinché i partecipanti possano vedere autonomamente la formazione delle Entità e la loro materializzazione.
È stato documentato, infatti, che centinaia di Spiriti – nel momento in cui si manifestavano attraverso Franek – venivano riconosciuti dai partecipanti in seduta come persone care, amici e parenti, accompagnati da uccelli ed altri animali.
Il processo aveva inizio attraverso la composizione di una foschia fumosa, che gradualmente portava alla materializzazione di una forma vaga e poi di un’ Entità antropomorfa, sempre più chiara all’ occhio del partecipante alla seduta. È stata inoltre documentata l’ esistenza di casi con numerose materializzazioni complete di Entità che vagavano all’ interno della stessa stanza.
Kluski fu oggetto di studio tra i migliori ricercatori della metafisica e diede prova, nel tempo, della genuinità dei fenomeni prodotti.
Umile e integro, Kluski, sceglie di tenere la sua vita quotidiana lontana da quella di medium, operando in anonimato (usando uno pseudonimo) e rifiutando dunque di ottenere qualsiasi vantaggio economico dal suo operato.
Sperimenta i viaggi fuori dal corpo o OBE (Out of Body Experiences), durante i quali riesce a comunicare con i parenti defunti assieme a una grande varietà di animali.
Crescendo impara diverse lingue, diventa banchiere, scrittore e poeta. Ma è solo nel 1918, dopo una seduta spiritica con Jean Guzik, che Franek Kluski inizia ad essere riconosciuto pubblicamente come un talentuoso medium ed inizia a venire apprezzato sempre di più dal grande pubblico. Questo, nonostante le Entità comunicassero con lui fin da giovanissi

mo.

 

Le Testimonianze

 

La Società per la Ricerca Psichica gli conferisce il giusto riconoscimento per le sue straordinarie sedute medianiche caratterizzate da materializzazioni complete di Entità.
A tal proposito pervengono racconti di vari episodi come quello in  cui si è materializzata “una mano e il volto di un essere peloso”. Sempre dai resoconti delle sedute di Franek, veniamo a conoscenza della materializzazione dell’ uccello europeo Nightjar. Ma anche di un leone, che avrebbe camminato intorno a un tavolo, e di un cane che talvolta è apparso, ha giocato e leccato i partecipanti alla seduta.

In altri casi venne richiesto alle Entità di sollevare un divano pesante o altri simili oggetti, passando sopra le teste degli stessi partecipanti. Non mancano neppure gli episodi di sedute interrotte, a causa della natura rude delle Entità nei confronti degli astanti.
A testimoniare l’ autenticità degli episodi, la presenza del noto scrittore polacco Tadeusz Boy-Zelenski. Ma anche illusionisti, militari, parapsicologi, membri della Chiesa, professori e accademici.

Sono tante, infatti, le personalità di diverso ceto sociale che partecipano alle sedute di Kluski. Tutti danno conferma della grandiosità del suo operato e persino i più scettici, dopo aver assistito ad una delle sue sedute, si sono ricreduti.

 

Calchi Medianici

 

Franek Kluski è noto per la riproduzione di stampi di mani e piedi dei disincarnati. Questi stampi vengono realizzati, quando richiesti, dalla stessa Entità, che inserisce una mano, un piede o altre parti del corpo materializzati all’ interno di un bagno di cera e di paraffina.
Si racconta che durante una sperimentazione accadde qualcosa di straordinario.

All’ insaputa di un Kluski in trance – trattenuto dal Prof. Charles Richet e dal Dr. Gustave Geley, che avevano entrambi il controllo del Medium – fu inserita della colesterina solubile all’interno della cera fusa, in modo da scoprire un’ eventuale frode.

Ma gli stampi furono prodotti senza fatica alcuna dallo spirito manifesto e a fine seduta, osservando i calchi di cera, si scoprirono il piede e la mano di un bambino.
Il professor Richet registrò il fatto come “misterioso”, avendo tenuto le mani del Medium per tutto il corso della seduta. Il fenomeno risultò quindi essere autentico senza ombra di dubbio. I calchi di paraffina degli arti materializzati restano tra le migliori prove oggettive di potenza medianica mai prodotte.
In un’ ampia varietà di sedute – avvenute in luoghi e circostanze diverse – Franek Kluski, come altri medium dell’ epoca, fu sottoposto a sedute nudo e/o in luoghi illuminati.
Spesso poteva accadere anche che le Entità si illuminassero con dei processi ectoplasmici a testimonianza della veridicità del fenomeno.

 

Le descrizioni del Prof. F. W. Pawlowki

 

Il Prof. F. W. Pawlowski racconta come le apparizioni si manifestavano a una certa distanza dal Medium. Nelle sue osservazioni, infatti, egli ricorda alcune formazioni di Entità camminare per la stanza, sorridendo e talvolta volando sopra le teste dei partecipanti.

Egli afferma inoltre che gli Spiriti parlanti usavano il linguaggio, la cadenza dialettale e il tono di voce di quando erano in vita. Talvolta potevano addirittura leggere la mente, rispondendo a ciò che un partecipante stava pensando prima che gli fosse detto esplicitamente.

F. W. Pawlowski, professore di ingegneria aeronautica presso l’Università del Michigan, scrive delle sue esperienze con Franek Kluski nel  “Journal of the American Society for Psychical Research” del 1925.

“La Luce nella stanza è così buona che ho potuto vedere i pori della pelle dei loro volti e le mani – racconta – un visitatore frequente non solo ha fornito abbastanza luce per assicurarsi che potesse essere visto, ma ha anche illuminato gran parte dei partecipanti in seduta”

Pawlowski aggiunge:

“Stelle azzurre luminose apparvero e cominciarono a muoversi in alto sopra il tavolo, vicino al soffitto. Quando mi si avvicinarono, ad una distanza di circa 16 pollici, riconobbi con mio grande stupore che erano occhi umani che mi guardavano. In pochi secondi – continua il medico – da un paio di occhi si sviluppò una testa umana completa che muoveva una mano, illuminandolo chiaramente. La mano si mosse intorno alla testa come per mostrarsi più chiaramente allo spettatore, gli occhi mi guardarono intensamente in viso e (l’Entità) mi sorrise dolcemente. Ho visto un certo numero di teste muoversi attraverso l’aria come palloncini vicini allo sperimentatore. In diverse occasioni le apparizioni si sono manifestate alle mie spalle e ne ero consapevole dal suono del loro respiro, che ho potuto sentire distintamente prima che fosse notato dai partecipanti di fronte a me. Quando mi sono girato ho trovato le loro facce a circa un metro da me, sorridenti. Alcuni di questi respiravano violentemente come dopo una corsa faticosa e in questi casi ho sentito il loro respiro sul mio viso. Una volta – aggiunge – ho ascoltato il battito cardiaco di un’ apparizione. In un’ occasione ho visto due di loro volare in alto sopra le nostre teste nella stanza, illuminandosi a vicenda e compiendo evoluzioni di fantasia. Era davvero uno spettacolo bellissimo, qualcosa come un balletto aereo”

Kluski si rese disponibile per lo studio scientifico della Società Polacca per la Ricerca Psichica e per l’ Institut Metapsychique di Parigi, dove nel 1920 le sue prime sedute si svolsero alla presenza di Charles Richet e Gustav Geley. Come la maggior parte dei medium che attraversano fenomeni fisici, Franek Kluski alla fine di ogni seduta era esausto. Non dormiva e talvolta vomitava sangue: questo accadeva perché i partecipanti alla seduta non si prendevano cura del Medium in stato di trance, interrompendo improvvisamente la sessione mentre si producevano fenomeni di ectoplasmia (è noto, infatti, che se l’ ectoplasma viene riportato nel Medium dopo uno shock improvviso può causare gravi danni).

 

Le sessioni IMI: impostazione generale delle sedute di Kluski

 

Laboratorio IMI, che illustra le due entrate (1 e 2), il Gabinetto (3), la posizione del Medium (M), i due controllori (C) e i sitters.

Le sedute si svolgevano nel laboratorio IMI, in una sala lunga 9 metri e larga 5.

Il laboratorio era privo di finestre ma con due porte di entrata: una che conduceva ad un corridoio, l’ altra ad una stanza adiacente. Entrambe le porte venivano sistematicamente chiuse dall’ interno una volta che sia Medium che i partecipanti erano presenti nella stanza.

Il Medium non aveva accesso al laboratorio se non durante le sedute effettive. Oltre a Kluski e il Dr. Geley, erano presenti diversi osservatori tra cui il Professor Richet, Mrs. Geley, il Conte de Gramont, Camille Flammarion, Mrs. Flammarion, e il Conte Jules Potock.

Geley, nelle sue relazioni, scrisse che il mezzo indossava sempre vestiti attillati e che avrebbe spontaneamente svuotato le tasche al suo arrivo in laboratorio. Inoltre, sia prima che dopo le sessioni, egli stesso avrebbe condotto esami medici sul Medium per verificare la presenza di eventuali oggetti sospetti.

I Medium di solito usavano un gabinetto medianico scuro per isolarsi dalla luce e dall’ambiente circostante in modo da andare in profonda trance, inutile sottolineare che questo luogo era spesso un sospettato principale per oggetti nascosti. Nel caso di Kluski il gabinetto medianico era presente, ma aveva per lo più una funzione simbolica: il Medium era seduto proprio di fronte ad esso e le tende del gabinetto generalmente rimanevano spalancate per tutta la sessione.

Le sessioni potevano durare un’ ora o due, con pause di 15-20 minuti ogni mezz’ ora generalmente su richiesta del Medium. Le sessioni si svolsero con una luce rossa di bassa intensità, sufficiente per distinguere i contorni fisici dei presenti. Tutti i partecipanti serravano il pugno durante le sedute.

Gli sperimentatori erano consapevoli del famoso trucco di sostituzione della mano (molti medium vennero colti in frode in questo modo) e furono specificamente vigili su qualsiasi tentativo di questo tipo.

In genere, le mani di Kluski (e non solo i polsi) venivano trattenute dal Dr. Geley da un lato e da Charles Richet, o dal Conte De Gramont dall’altro. Gli sperimentatori, in virtù di qeusto, trattennero il contatto permanente con il Medium.

Tutti i controlli tattili furono verificati prima che la luce fosse attenuata. Una volta iniziata la sessione, i ricercatori avrebbero fatto continui controlli, confermando verbalmente l’ assoluta certezza dell’ immobilità del medium. Va sottolineato che il Medium stesso rimase essenzialmente immobile per tutta la seduta, tranne occasionalmente, quando il Medium, in trance, sembrerebbe aver appoggiato la testa sulla spalla di uno dei suoi vicini. Infatti, Geley riferì che i movimenti tendevano a interrompere i fenomeni, e che gli eventi più impressionanti si verificarono quando Kluski era completamente fermo, in trance profonda.

  • Risultato I

Durante le sessioni si sono manifestati numerosi fenomeni apparentemente paranormali, i quali coinvolgono una sostanza ectoplasmatica vaporosa che da vita ad anomalie visive, tattili e cinetiche. Dapprima un forte odore di ozono, analogo a quello percepito nel practice radioscopico, inonda l’ ambiente, il quale abbiamo rilevato essere molto caratteristico. Questo sintomo premonitore non è mai stato assente durante i nostri esperimenti. L’ odore dell’ozono va e viene all’improvviso. Il vapore è leggermente fosforescente e galleggia intorno al mezzo, particolarmente sopra la sua testa, come un fumo chiaro e da esso si sprigionano bagliori come fuochi di condensazione.

Queste luci erano di solito molte, tenui ed effimere ma a volte risultavano invece più grandi e più durature. Talvolta poi avevamo la netta impressione di essere circondati da escrescenze luminose di organi invisibili, in particolare dalle estremità delle dita o dal alcune parti di un volto. Quando la materializzazione era completa, si potevano vedere effettivamente mani e volti completamente formati dotati di luminescenza propria. A volte queste mani ectoplasmiche luminose scendevano alla nostra altezza toccando i soggetti presenti accarezzandoli con un tocco caldo e dando a tutti gli effetti la sensazione di una mano viva ed umana.

Dalla descrizione di Charles Richet:

Erano tocchi molto leggeri, come quelli di un bambino o di una bambina . I tocchi sono stati sentiti dagli astanti in prossimità del Medium ma anche quelli più lontani.

In sintesi, le osservazioni durante le sessioni sono state coerenti con le precedenti descrizioni sulla medianità fisica di Kluski e di altri medium che sostenevano che l’ ectoplasma si evolveva spesso in volti o mani che potevano spostare oggetti e toccare i partecipanti. Geley, a testimonianza degli eventi osservati, fornisce una serie di argomenti ferrei contro l’ eventuale frode.

Kluski era solo e non vi era mai stato alcun complice nelle sessioni, l’ unica possibilità oggettiva di frode sarebbe stata che il Medium avesse liberato una mano per creare gli effetti. Eventualità impossibile dal momento che il medium era controllato continuamente dagli sperimentatori.

Ecco alcuni punti fermi della disamina di Geley:

A. Le luci erano spesso numerose e si muovevano ben oltre la lunghezza delle braccia di Kluski; non si muovevano solo verso l’ alto, ricadendo, ma si muovevano lateralmente attraverso la stanza con una propria volontà toccando diversi partecipanti. I tocchi sono stati percepiti anche da due individui contemporaneamente, compresi i soggetti più distanti da Kluski.

B. I fenomeni visivi non erano semplici proiezioni di luce, ma consistevano in costruzioni complesse che si sono evolute visivamente nel tempo ; inoltre, c’ era un buon accordo tra i soggetti circa i dettagli di ciò che avvenne.

  • Risultato II: gli stampi in cera

Il vero obiettivo dei ricercatori dell’IMI era quello di andare oltre le esperienze visive o tattili, che, anche se consensuali, avrebbero potuto essere successivamente interpretate come una sorta di allucinazione collettiva. Quello che stavano realmente cercando era una prova inequivocabile e permanente dell’ectoplasma. Per ottenere dei risultati, optarono per un metodo inizialmente sviluppato nel 1875 da William Denton, un geologo americano (Aksakof, 1906), che propose di utilizzare una ciotola riempita di cera calda per ottenere stampi istantanei di presunte materializzazioni.

Una seconda ciotola con acqua fredda è stata utilizzata per solidificare rapidamente gli stampi di cera, e infine, del gesso è stato versato negli stampi di cera per creare un oggetto solido. Il sistema utilizzato all’IMI prevedeva un serbatoio circolare di 30 centimetri di diametro, contenente diversi chilogrammi di cera che galleggiavano su acqua riscaldata elettricamente, producendo così uno strato di cera liquida di 10 cm di profondità. Il sistema era posto su un tavolo, al centro del Cerchio formato dai soggetti, 60 cm davanti al Medium. Piuttosto che usare una seconda vasca per il raffreddamento, i ricercatori dell’IMI hanno preferito permettere che gli stampi di cera si irrigidiscano da soli, essendo, come vedremo, una precauzione contro le frodi. Dopo le sedute, i ricercatori versavano l’ intonaco negli stampi di cera fragili, per ottenere un oggetto più permanente; una volta indurito l’ intonaco, semplicemente immergevano l’ insieme nell’ acqua bollente e rimuovevano lo strato di cera. Il compito di Kluski, quindi, non era solo quello di produrre le forme o entità ectoplasmiche, ma anche di indurre questi a immergere un arto ectoplasmico nella paraffina liquida, ritirarsi nell’ aria per consentire alla cera di solidificarsi intorno ad esso, re-immergersi per creare un nuovo strato, uscire di nuovo, e infine depositare la forma risultante accanto ai ricercatori e dissolversi, lasciando dietro un guanto di cera sottile che ha riprodotto la forma originale.

Mentre i fenomeni olfattivi, visivi e tattili vennero subito dopo l’ inizio delle sessioni, ci vollero generalmente 15-20 minuti prima che qualsiasi segno confermasse la produzione di uno stampo o l’ inizio del processo. Gli sperimentatori udivano prima il suono della mano che si immergeva nella paraffina e poi sentivano un tocco verso le proprie mani, questo tocco era umido e intriso di cera calda. Si sentiva poi immergersi di nuovo nel contenitore e finalmente uscire e depositarsi accanto a loro. Una volta iniziato, l’ intero processo si sarebbe evoluto abbastanza rapidamente – entro 1,2 minuti. Come Geley ha osservato questo fu abbastanza sorprendente, dato che normalmente il tempo necessario al raffreddamento e alla solidificazione della paraffina per solidificare a temperatura ambiente è molto più lungo. Kluski una volta disse a Geley che le entità possono controllare la temperatura e accelerare l’impostazione della cera. Che sia così o meno, Geley fece notare spesso che, durante le sessioni, le mani di Kluski erano improvvisamente gelide.

 

Credits

  • Dr Gustave Geley took part in Kluski’s seances at the Paris Institut Metapsychique International, also in Warsaw, Thirty Years of Psychical Research by Charles Richet, Collins Sons, London. 1923;
  • Clairvoyance and Materialisation, by Gustave Geley, trans. by Stanley De Brath, Fisher Unwin, London. 1927;
  • Mediums and the Afterlife, by Linda Williamson, Robert Hale, London. 1992;
  • The Enigma of Franek Kluski, by Zofia Weaver, Journal of the Society for Psychical Research, 1992;
  • ‘Kluski and Geley: Further Case for the Defence’, by Mary Rose Barrington, Journal of the Society for Psychical Research, 1994;
  • The Mediumship of Franek Kluski of Warsaw, by F. W. Pawlowski, Journal of the American Society for Psychical Research, 1925;
  • When Your Animal Dies by Sylvia Barbanell, Spiritualist Press, London. 1940;
  • The Strange Case of Rudi Schneider by Anita Gregory, Scarecrow Press, New Jersey 1985;
  • Aksakof, A. (1906). Animisme et Spiritisme : Essai d un examen critique des phenomenes mediumniques. Ed. Paul Leymaire : Paris, Barrington, M.R. (1994);
  • The Kluski hands. Journal of the Society for Psychical Research, 59, 347-351. Coleman, M.H. (1994);
  • Wax moulds of spirit limbs. Journal of the Society for Psychical Research, 59, 340-346;
  • Fontana, D. (1998). Spirit Moulds : observations on Kluski and his critics. Journal of the Society for Psychical Research, 63, 43-45;
  • Geley, G. (1927). Clairvoyance and Materialization : A Record of Experiments. T.Fisher Unwin Limited : London;
  • Polidoro and Garaschelli (1997). Spirit moulds : a practical experiment. Journal of the Society for Psychical Research, 62, 58-63.

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Fabrizio Grisanti

Author: Fabrizio Grisanti

Il mondo del paranormale è stato sempre presente nella mia vita già da adolescente, fin da allora dentro di me scaturirono domande alle quali nessuno sapeva dare delle risposte. Iniziai così la mia ricerca, documentandomi partendo dalle origini dello spiritismo(sorelle Fox, Kardec, Bozzano, De Boni, CF77, Fidani,ecc ecc per poi arrivare ai giorni nostri). In seguito sono passato ad assistere a varie forme di medianita sia fisica che intellettiva. Da allora mi interesso come ricercatore di medianita e dello studio teorico e pratico della vasta gamma della fenomenologia. Da qualche anno collaboro con il “CONVIVIO “ per pubblicazioni di eventi che si svolgono a tale associazione.