L’ identificazione spiritica è una delle prove più significative circa una possibile comunicazione con entità disincarnate. Si definisce identificazione spiritica il processo attraverso il quale un presunto spirito comunicante fornisce informazioni precise e dettagliate circa il proprio decesso, la propria vita o, in generale, la propria storia personale. Affinchè sia probante, il medium deve essere all’ oscuro di queste informazioni.
Nei casi più particolari queste informazioni sono addirittura sconosciute a tutti e ne viene verificata la veridicità solo a posteriori.
Lo scopo dell’ identificazione spiritica è quello di fornire prove,(quasi) inconfutabili, atte ad assicurare che il comunicante sia uno spirito disincarnato e che le informazioni fornite dal medium non siano frutto di processi extrasensoriali.
frode, capacità extrasensoriali o spiriti comunicanti ?
Attraverso l’ osservazione di prove importanti, con umiltà e serietà, ci operiamo per dare voce alla vera ricerca. La quale, nel secolo scorso, ha visto forse il suo maggiore picco di popolarità e successi.
Oggi quello spirito di ricerca è stato sostituito da nuove presunte teorie new-age, vaghe e senza fondamento. Dopo aver assistito a tantissime comunicazioni, possiamo affermare che la gran parte degli astanti è poco critica ed attenta alle comunicazioni che riceve. Non vi è infatti alcun doveroso approfondimento sulla natura del messaggio e si da spesso per scontato che, sia in seduta che durante un contatto medianico, si stia dialogando con un disincarnato.
Personalmente abbiamo assistito a delle sedute medianiche durante le quali delle presunte entità comunicavano con gli astanti rispondendo solamente a domande ovvie e banali; ad esempio:
Sei stato tu a far cadere quell’oggetto ieri sera?
Ieri ti ho sognato, eri veramente tu?
Zia Carmela è nella luce?
Queste richieste aprono un dibattito importante circa lo stato di assoluta certezza che risiede nei partecipanti e, al tempo stesso, denota una sorta di spasmodica ricerca dell’ extra-normale anche nella vita di tutti i giorni.
Tralasciando che domande del genere non possono avere alcun riscontro, se non la conferma della presenza delle presunte entità, è interessante notare come esperienze del genere spesso non si fermino all’ episodio in sè (seduta o contatto) ma entrino prepotentemente nella vita delle persone creando una sorta di “dipendenza da contatto” (servirà a superare il lutto o lo radicherà ancora di più?).
Tornando all’ identificazione spiritica, se vengono poste domande del genere il presunto spirito comunicante confermerà ciò che il partecipante chiede senza il minimo sforzo. Praticamente, l’ astante che ha formulato la domanda è in cerca di una sorta di conferma consolatoria sulla presenza costante del defunto (e chi mai risponderebbe di no!).
La questione diventa più complessa quando quando si formulano delle domande la cui riposta è sconosciuta a tutti i presenti (medium compreso).
Se il medium cerca delle scappatoie retoriche simili a: non è il momento che tu sappia, non sono autorizzato, la mia evoluzione non lo permette, poca energia tra i presenti…Si comprende immediatamente che qualcosa non funziona come dovrebbe.
Ovviamente ci sono alcune domande scomode che potrebbero realmente indurre una risposta del genere, ad esempio:
“Qundo morirò?”
“Mio fratello, affetto da un brutto male, guarira?”
La letteratura spiritica ci insegna che a domande simili, per ovvie ragioni, gli spiriti non possono rispondere. Se la comunicazione è veritiera il comunicante cercherà nei suoi limiti di accontentare il partecipante fornendo informazioni accurate e precise.
C’ è un’ altra cosa che al contrario dell’ identificazione spiritica gioca un ruolo importante, ma di tutt’ altra natura: il fenomeno della sensitività. Sappiamo che alcuni individui attraverso dei meccanismi ancora sconosciuti, definiti “percezioni extra sensoriali”, riescono a ricevere informazioni del defunto attraverso la mente dei presenti (o attraverso altri processi paranormali che non implicano la reale presenza di un defunto comunicante). Attribuendo a questa lettura un carattere spiritico si sbaglia, perché nonostante si tratti di un fenomeno interessantissimo e di evidente natura paranormale, non deriva da un comunicazione extra-dimensionale bensì da altre facoltà. In questo caso non si può parlare di identificazione spiritica (informazioni corrette ma già presenti nella mente o nei ricordi di uno degli astanti).
Il fenomeno, se autentico, deve assolutamente presentare questi fattori: prove di identificazione spiritica, indipendenza di pensiero rispetto alla personalità del medium in stato di veglia, coerenza di pensiero e logica anche a distanza di tempo.
Nei messaggi che ascoltiamo, se ci sono queste basi, possiamo iniziare a prendere seriamente in considerazione l’ipotesi spiritica. Eventualità che, oggi, è tanto rara quanto preziosa.
alcuni casi di identificazione spiritica
il caso del giudice Reggio
I) Il caso del giudice Reggio, dal volume “Identificazione Spiritica” di A. Ferraro
Durante una seduta:
“Di fronte alla mia nuova esistenza, tutto sparisce: rancori, odi, collere della vita. Io ricuso tutto e mi limito a invocare la clemenza di Dio per i miei nemici e per tutti coloro che mi hanno amareggiato l’ esistenza terrestre. Voi siete le sole persone con le quali mi sono potuto mettere in contatto dopo la mia morte. Dolorosamente impressionato a seguito del mio nuovo stato, vi prego di non abbandonarmi nel mio desiderio di riabilitazione. Mi è permesso di comunicare con voi, dovendovi dare l’ incarico di sollecitare l’ adempimento di una volontà che io avevo espresso in vita e che i miei eredi hanno trascurato (omissis). Io sono Vincenzo Reggio, presidente della Corte d’Appello, deceduto a Genova il 27 ottobre 1900, alle sei e mezza del mattino. Il mio domicilio era: Corso Paganini 16. Mio fratello è Tommaso Reggio, arcivescovo di Genova. Scrivetegli ‘Addio’ “
Alla lettera fu risposto con immenso stupore ed interesse, infatti l’ arcivescovo stesso confermò con alcune lettere di risposta la completa esattezza delle informazioni ricevute. Ne conseguì una fitta corrispondenza dove il messaggio dello spirito di Vincenzo Reggio arrivò a destinazione. A documentare ciò, oltre le prove di identificazione in oggetto, sono presenti certificati di morte e documenti attestanti la veridicità delle informazioni fornite.
il caso del signor Romolo P.
…E nel mondo anch’ io. Mi chiamo Romolo P.
Dite alla mia N. che la porto nel cuore con me. Mio figlio R. e mia nuora G. che li ringrazio perché si ricordano di me! Sono trapassato alla fine di settembre del 1969 e non mi hanno scordato: sempre mi ricordano i miei cari! Io sono a loro vicino…diteglielo! Ditelo loro! Stanno a Milano, via […], numero 37.
La notte stessa, rientrando a Genova, controllai a un autogrill l’ elenco telefonico di Milano: quella famiglia esisteva e abitava proprio all’ indirizzo dato. Mi ci recai qualche giorno dopo.
«Devo parlare di suo marito…» dissi alla signora N.
«Ma io sono vedova» fu la risposta.
«Lo so», replicai.
«Ma come!…» esclamò la mia interlocutrice.
Poi, senza lasciarmi tempo per precisare, continuò:« Lei ha un messaggio di mio marito?!… l’aspettavo…».
Emozionatissima, mi raccontò di essere sensitiva e di percepire spesso la presenza del suo caro scomparso. Un pomeriggio, essendo in casa sola, la sensazione fu particolarmente intensa — mi disse — e così proruppe:« Se sei veramente tu, dammi una prova!».
La prova era arrivata.
il caso del piroscafo Minas
Che freddo! Oh Dio che freddo, mamma mia! Tutta quell’ acqua! Che confusione — Ah, cerchiamo di riordinare le idee. Aspetta, eh? Prima di tutto, chi tu sei? Come ti chiami? Ti chiami Teresi Antonio…Teresi Antonio…classe…oh Dio, non me ne ricordo più! Quando sono nato? Son nato…ho fatto vent’ anni l’ altro mese. Aspetta…è curioso, non mi ricordo più quando son nato…Teresi Antonio nato…ah si, il 22 gennaio 1897. Ma cos’è successo? Ho fatto il compleanno l’ altro mese. Quant’ è? Un mese? No, un mese no, perché oggi è il 15 febbraio: il 15 febbraio 1901.
Oh che esplosione…Giuseppe! Giuseppe! Mi senti? Giuseppe Pruniti, Pruniti!…Sono io, sono Antonio!… Guglielmo Sparàno, rispondimi; Sparàno…si, Sparàno, quello di Napoli…Oh Dio che spavento! II piroscafo affondato, un’ esplosione credo; forse sì, sì sono io: il soldato Teresi Antonio…
Non capisco più nulla…affondato il piroscafo.
Signore… Rispondi, rispondi, rispondi! Quanta acqua… freddo… la paralisi…Sono della Sicilia, ma eravamo tre amici insieme. Dove sono gli altri due? Non li vedo. Si, sì! Giuseppe si chiamava e quell’ altro Guglielmo…non lo so…Che confusione…che confusione…
Poco tempo dopo, dallo Stato Maggiore della Marina, in seguito a richieste e ricerche arrivò una lettera con queste indicazioni:
In Riferimento lettera in data 11 agosto 1978.
Dalla documentazione acquisita presso questo U.S., si rileva quanto segue:
I1 Pfo. “MINAS” partì da Napoli il 13.2.1917 diretto a Salonicco con 58 persone d’ equipaggio e con un carico di truppa e materiali di guerra. Alle ore 12.30 del 15.2, il piroscafo stante in latitudine 36° 25′ N e longitudine 18° 24′ E, fu silurato da un sommergibile nemico. Il siluro colpi l’ Unità al centro e precisamente nel locale caldaie che la fece sbandare leggermente; un secondo siluro colpi il “MINAS” che affondò in pochi secondi. Dall’ elenco del personale scomparso, in seguito all’ affondamento del predetto piroscafo, si rilevano i sottonotati nominativi:
- Soldato TERESI Antonio, cl. 1897, appartenente alla 5″ Compagnia automobilisti;
- Caporal maggiore SPARANO Guglielmo, cl. 1880, del 63 ° fanteria soldato;
- PRUNETTI DOTTI Giuseppe (non Pruniti – Giuseppe) cl. 1889, del 63° Reggimento Fanteria, 35″ Divisione.
Concludiamo questo articolo con un’ appunto di Ernesto Bozzano riguardante il fenomeno delle identificazioni spiritiche:
Coloro che si sono manifestati, fornendo prove inoppugnabili sulla loro personalità, sono ‘Entità’, ‘spiriti’ sopravvissuti al processo trasformativo della morte.
Casi e testimonianze tratte dal libro: identificazione spiritica di Alfredo Ferraro