La cold reading: in che maniera viene applicata nello scenario del paranormale e perchè è così efficace

Articolo a cura di Dalila Roccamatisi
Ricercatrice e creator GHR

Quando si studiano i fenomeni psichici e la medianità bisogna, prima di ogni altra cosa, conoscere quali sono i meccanismi messi in atto da personaggi che non hanno nulla a che vedere con queste facoltà ma che le simulano, consciamente o inconsciamente, con l’unico scopo di raggiungere in maniera meschina facili guadagni o fama.

Medium, sensitivi di ogni tipo, fino ad arrivare agli astrologi o ai lettori di Registri Akashici: ognuno di loro può servirsi di queste tecniche poiché fanno parte del nostro modo del tutto naturale di rapportarci agli altri.

Ognuno di noi, durante un’interazione, cerca in maniera totalmente smaliziata di farsi un’idea su chi sia lo sconosciuto che si trova davanti e, per vari motivi, adatta il proprio modo di porsi alla situazione del momento.

Questi meccanismi però possono essere affinati ed utilizzati per scopi ben diversi. 

Scrivere queste righe non è semplice. Poiché si rischia sempre di colpire chi crede nella buona fede del medium di turno, il quale giura di poter comunicare con i disincarnati. La speranza spesso rimane l’unico appiglio per chi soffre. E non vogliamo assolutamente sminuire le emozioni, o il dolore di chi sceglie di credere alle narrazioni di personaggi che, dietro la promessa di un lauto compenso, attuano volontariamente delle semplici procedure affinché la messa in scena possa essere credibile.

Il fine ultimo della nostra associazione non è quello di tacciare ogni fatto attinente al paranormale come palesemente falso. Siamo ricercatori, e tentiamo di districarci in un mare di false piste, al fine di scovare quella corretta in maniera tale da restituire alle pratiche di telepatia, medianità ecc, la dignità e la credibilità che meritano.

Difatti, soltanto approfondendo alcune dinamiche proprie degli eventi genuini si potranno iniziare a comprendere le peculiarità che corroborano questi eventi e definire finalmente la loro misteriosa natura.

A questo punto la domanda sorge spontanea: come fanno i truffatori a dissimulare e a far credere a moltissime persone (senza distinzione di ceto sociale, cultura, etnia etc) di padroneggiare facoltà che, in realtà, non posseggono?

Vediamolo insieme…

 

Partiamo dalle basi: Cos’è la Cold Reading e come si muove un Reader

La cold reading, letteralmente “lettura a freddo”, è una procedura che permette al “lettore” di persuadere un cliente già dal primo incontro, quindi senza avere necessariamente informazioni acquisite in precedenza riguardanti il soggetto. 

Il reader riuscirà comunque a fargli credere di sapere tutto sui suoi problemi e la sua personalità.

Questo si ottiene attraverso frasi stereotipate, di convincimento e una “lettura psicologica” la quale permette di inquadrare la persona e di poterle riferire informazioni chiave ma estremamente generali che potrebbero adattarsi ad ogni individuo.

Queste informazioni fanno parte di pattern preconfezionati che il reader studia in precedenza, memorizza e somministra a seconda del caso. Infatti quello utilizzato per interagire con una signora anziana sarà diverso rispetto a quello scelto per una studentessa ventenne, e così via.

Il lettore inizia la sessione servendosi quindi del modello scelto per poi proseguire servendosi di frasi di convincimento, le quali consentiranno la partecipazione attiva del cliente che, senza rendersene conto, farà il resto del lavoro.

I pattern utilizzati partono da basi solide e universali, che sono: 

  1. Siamo tutti sostanzialmente più simili che diversi; 
  2. I nostri problemi sono generati dalle stesse grandi transizioni, come la nascita, la pubertà, il lavoro, il matrimonio, i figli, la vecchiaia e la morte; 
  3. E infine, con l’eccezione dei curiosi e dei piantagrane (come noi), le persone si rivolgono a un medium o sensitivo perché hanno bisogno di qualcuno che ascolti i loro conflitti che coinvolgono amore, denaro e salute.

Il reader, partendo da questi comuni denominatori, riesce ad aggiungere ulteriori informazioni attraverso uno spirito d’osservazione spiccato e la conoscenza, anche generica, delle dinamiche antropologiche e culturali proprie della clientela con la quale si interfaccia.

 

La Bibbia del perfetto reader

  • Le osservazioni di Ray Hyman 

Nel 1977 Ray Hyman, professore di psicologia alla University of Oregon, scrisse un famoso articolo in cui spiegava come funziona la cold reading, offrendo diversi consigli.

È stato verificato che la maggioranza dei medium usa praticamente tutti questi stratagemmi, o in un qualche momento li ha usati in una certa misura.

  • Lo psichico deve comportarsi sempre con estrema sicurezza. Se la persona con cui si sta parlando sembra sapere il fatto suo si accetteranno congetture insufficienti, ed anche palesi errori. Quasi tutti sappiamo poco o nulla di chiaroveggenza, ed è facile acquisire una parvenza di professionalità.
  • È importante valutare i trend: sondaggi, statistiche, ricerche e osservazioni personali. L’informazione permette di fare una congettura azzeccata, e gli errori saranno presto dimenticati.
  • Modestia. Non bisogna sostenere di essere infallibili e non bisogna trasformare mai una seduta in una guerra di arguzia. Se il cliente non risponde è un problema suo, non vostro. I clienti saranno comunque grati per il tempo e gli sforzi che dedicate loro, anche se per essi vi hanno pagato profumatamente.
  • Un abile chiaroveggente conquista rapidamente la collaborazione dei clienti: la lettura viene presentata come uno sforzo congiunto. Li informa che ciò che dirà potrebbe non essere perfettamente corretto, oppure che andrebbe interpretato in base alla vita del cliente. Vale a dire che se il chiaroveggente sbaglia si dovrebbe pensare che la colpa è tanto del cliente quanto sua. In un gioco di manipolazione mentale, il cliente viene caricato del compito di giustificare errori e confusioni dello psichico.
  • Può essere utile usare qualche tipo di espediente, ad esempio la sfera di cristallo, i tarocchi o la lettura della mano. Ciò aggiunge un’aura di competenza professionale e dà anche un po’ di tempo per pensare. Un altro modo per prendere tempo per elaborare quanto si sta per dire è il sesto consiglio di Hyman: l’uso di ripetizioni e frasi fatte che nessuno contesterà: «era una bambina adorabile. Adorava farsi qualche risata». Oppure ripetere ciò che il cliente ha appena detto, quasi ad avallarlo, qualsiasi sia il metodo che state usando: «era sempre molto generoso con gli amici» può essere commentato con: «certo, lo vedo. Odiava dire “no” a chiunque gli stesse chiedendo qualcosa, vero?»
  • Osservare il linguaggio del corpo e le risposte fisiche ed emotive, spesso impercettibili, agli stimoli verbali, solo dopo ci si può esporre;
  • Fishing, ovvero l’abilità da “pescatore”. Un metodo è presentare ogni dichiarazione in forma di domanda. Se otterrete risposta positiva ripetetela come affermazione, dando l’idea di averla saputa fin dall’inizio. Il che ha un altro vantaggio: obbligherete il cliente a fare gran parte del lavoro al posto vostro;
  • Ascoltare molto il cliente e drammatizzare mentre si descrivono gli scenari utilizzando tonalità di voce e gestualità.
  • Creare un’aura di mistero e far credere che si sappia sempre di più rispetto a quello che viene svelato. Ciò creerà un’aura di mistero e di sicurezza. Usate un’informazione che siete riusciti ad ottenere dal cliente, ma che egli pensa che non potevate scoprire se non con poteri occulti. Ciò vi darà autorità e lo incoraggerà ad aprirsi. Dopo tutto pensa che più lui vi dirà, più voi direte a lui. Ed è precisamente così che funziona.
  • Utilizzare l’adulazione l’adulazione più sfrenata. Facendo leva sull’effetto l’effetto Barnum.
  • Un “lettore a freddo” di successo ricorda sempre di dire al cliente ciò che egli vuole sentirsi dire. Ciò che spinge a frequentare i chiaroveggenti è il bisogno di essere rassicurati, oppure si va per avere conferma che ciò che si sta per, o si vuole, fare sia la cosa giusta. Un aspetto cruciale del mestiere è scoprire di che cosa si tratta.
  • La Frase Stereotipo

Questo tipo di frase può essere utilizzata in qualsiasi lettura, indipendentemente dal contesto e da chi ci si trova di fronte. Di solito contiene una parola chiave ambigua che può essere liberamente interpretata dal cliente il quale, ingenuamente, le attribuisce i propri significati e vi costruisce attorno la propria storia.

Ad esempio, alcune delle più utilizzate secondo Hoggart e Hutchinson sono la parola “incidente”, la quale piò sottendere svariate forme di trauma o fatto reale che implica problematiche fisiche o psicologiche, e la frase “vedo un’auto blu di fronte ad una casa”. Quest’ultima frase sembra essere estremamente efficace poiché, statisticamente, le auto blu sono maggiormente diffuse rispetto alle altre colorazioni.

  • L’effetto e la frase Barnum

Prende il nome da Phineas Taylor Barnum, un artista circense vissuto a cavallo del 1800, noto per le sue mistificazioni.

Questo tipo di costruzione parte dal presupposto che siano più le cose che rendono simili le persone che quelle che le rendono diverse.

Difatti moltissime affermazioni possono adattarsi all’immagine che quasi tutti hanno di sé stessi. Prendiamo una frase come esempio: “Sei un tipo di persona spontanea, sebbene a volte ciò ti renda impulsivo”. Questo tipo di banalità generica, quando pronunciata con aplomb professionale ed indirizzata personalmente al cliente, può apparire straordinariamente perspicace.

Per approfondire l’effetto Barnum: https://www.cse.iitk.ac.in/users/se367/13/submissions/eraj/project/report.pdf

  • Le frasi di convincimento e gli incastri giusti

In questo caso parliamo di frasi utilizzate per incalzare ed arrivare, appunto, ad un incastro che abbia un senso per la persona che chiede il consulto.

Sulla base della sua valutazione iniziale il sensitivo, o medium fa alcune ipotesi provvisorie. Le verifica iniziando la sua valutazione in termini generali, toccando categorie di problemi universalmente condivisi e osservando la reazione del cliente. Se è sulla strada sbagliata, le reazioni del cliente, i movimenti oculari, la dilatazione pupillare, altri comportamenti corporei lo avvertiranno. Quando sarà sulla buona strada altre reazioni glielo diranno.

A questo punto, il cliente abbassa la guardia e si persuade del fatto che il reader, con mezzi misteriosi, abbia acquisito informazioni sui suoi pensieri più intimi in maniera inspiegabile.

A questo punto si apre e racconta al sensitivo, che è anche un buon ascoltatore, i dettagli della sua situazione. Quest’ultimo, dopo un opportuno intervallo, restituirà solitamente le informazioni che il cliente gli ha fornito in maniera da stupirlo ulteriormente.

  • Hot reading

Si parla di Hot Reading quando il finto sensitivo non reperisce le informazioni sul suo cliente attraverso la lettura dei messaggi paraverbali, o non  verbali, ma lo fa in anticipo. Servendosi di social, amici in comune o assistenti.

"La prima cosa da ricordare sempre è che chi si fa pagare – o accetta generosi regali, che è poi la stessa cosa – per l'opera medianica prestata è non solo una persona priva di moralità, ma anche un impostore, in quanto chi sostiene di avere il dono di comunicare con l'altro mondo non può usarlo per il proprio vantaggio personale. Se lo fa, allora credo che non possegga realmente tale dono."

Perché queste tecniche funzionano?

Le tecniche discusse, specialmente quelle rivolte a persone che chiedono esplicitamente un aiuto per problematiche personali di grande importanza, sembrano indirizzare il ricevente a fornire un senso logico ad ogni scenario che gli viene proposto. 

La tendenza dell’ essere umano a dare un senso/nonsenso all’interazione è pervasivo e realmente potente.

Infatti, come scritto in precedenza, chiunque può diventare vittima di questi raggiri. Non c’entra l’intelligenza o la cultura di base.

La psicologia ci insegna che esiste un percorso del pensiero umano fondamentale e necessario: l’attribuzione di un senso che sia riconosciuto e che attinga alle nostre conoscenze e aspettative al fine di comprendere cosa ci accade. Una sorta di convalida soggettiva.

Nella maggior parte delle situazioni ordinarie, questo uso del contesto e della memoria ci consente di interpretare correttamente le affermazioni e di fornire l’inferenza necessaria per farlo. Ma questo potente meccanismo può andare fuori strada in situazioni in cui non viene trasmesso alcun messaggio reale. 

Invece di captare che si tratta di input casuali, riusciamo comunque a trovare un significato accettabile nella situazione. Quindi lo stesso sistema che ci consente di trovare significati in modo creativo e fare nuove scoperte ci rende anche estremamente vulnerabili allo sfruttamento da parte di tutti i tipi di manipolatori. Nel caso della lettura a freddo il manipolatore può essere consapevole del suo inganno; ma spesso anche lui è vittima del sistema di convalida personale!

Senza tralasciare uno dei punti fondamentali, che è il desiderio di ricevere rassicurazioni e che qualcuno che crediamo degno di fiducia confermi le nostre convinzioni. Meglio un messaggio di amore e pace piuttosto che uno che dipinge scenari futuri catastrofici!

Qui si apre anche il discorso che ci pone davanti ad un tema cardine, la differenza tra persuasione e convinzione. Infatti la distinzione è veramente minima, ma la differenza che può creare in questi contesti è di estrema importanza. 

Si parla di persuasione quando un soggetto è propenso ad accettare come corrette determinate affermazioni in base alle esperienze pregresse e alle credenze soggettive, mentre la convinzione di solito sopraggiunge in contesti caratterizzati da interazioni con un “ente” esterno che consideriamo altamente affidabile. Come i fatti scientifici o, comunque, informazioni provenienti da contesti accademici.

Questi due aspetti interagiscono tra loro spesso in maniera fuorviante.

Infatti, le false credenze entrano in gioco quando la persuasione intuitiva prevale sul l’evidenza data da procedure oggettive così da stabilire una convinzione finale errata.

In poche parole: le tecniche di cold Reading e le manipolazioni attuate da molti finti medium hanno successo poiché, in quanto essere umani, siamo geneticamente predisposti a essere manipolati!

 

Alcuni esempi noti

  • L’esperimento di Forer

Lo psicologo Forer rispose a questo fenomeno crescente nel 1948 quando sottopose un semplice test della personalità ai suoi studenti.

Egli somministrò a 39 studenti universitari un test della personalità chiamato Diagnostic Interest Blank, per ricavare un profilo qualitativo del carattere di ciascuno. Il professore diede una risposta personalizzata ad ognuno, o almeno così credevano i suoi allievi. Il profilo conteneva affermazioni vaghe e universalmente applicabili.

Come si può facilmente intuire, si tratta di caratteristiche estremamente superficiali e potenzialmente individuabili in ognuno di noi. Gli studenti furono invitati ad esprimere un feedback sul grado di accuratezza del profilo di personalità in una scala da 1 a 5. Quello che non sapevano, era che il profilo restituito dal professore era identico per tutti, semplicemente preso da riviste di astrologia del tempo. Emerse un punteggio medio di 4.26, molto alto vista la non attendibilità delle dichiarazioni, ma che non stupì il signor Forer. Il suo obbiettivo era dimostrare proprio questo: gli individui posti di fronte ad una descrizione generica della personalità tendono ad adattarla ad essi senza rendersi conto che si potrebbe adattare a tantissime altre persone. Questo è quello che venne battezzato come “effetto Forer”.

  • Il Progetto Eliza, le I.A. e l’attribuzione di significati 

Eliza è un fantastico simulatore di “psichiatra personale” creato dalla mente geniale del Dottor Joseph Weizenbaum del MIT nel 1966.

Lo scopo del progetto Eliza era quello di fare in modo che un computer potesse imitare e fare la parodia di uno psicoterapeuta Rogeriano, secondo la quale l’individuo tende all’autorealizzazione, e struttura il proprio Sé ricercando un accordo tra la valutazione-accettazione dei valori suggerita dall’esterno, e quelli conformi alla richiesta di autorealizzazione.

“ELIZA procedeva analizzando e sostituendo semplici parole chiave in frasi preconfezionate. A seconda delle parole che l’utente immetteva nel programma, l’illusione di un interlocutore umano veniva smascherata o poteva continuare per diverse battute. Talvolta risultava talmente convincente che esistono aneddoti su persone così convinte di comunicare con un essere umano, da insistere per parecchi minuti. Tutto questo deriva dalla tendenza delle persone a dare alle parole significati che il computer certo non può attribuire.”

In sostanza, si tratta di  un cold reader primitivo. Infatti, utilizza frasi stock nel momento in cui la conversazione si fa complessa e comprende che non può affrontare una determinata domanda o input. In questo modo usa l’input del paziente a proprio vantaggio fornendo informazioni informazioni mirate e creando l’illusione di comprendere, o persino simpatizzare con il paziente. Questa illusione è così potente che i pazienti, anche quando di aver avuto degli scambi con un semplice bot, vengono comunque coinvolti emotivamente.

  • Gli Esperimenti di Ian Rowland

“Ian Rowland, sedicente psichico che non pretende di avere poteri paranormali, si guadagna da vivere a feste e cerimonie. Per fornire letture sorprendentemente convincenti a perfetti sconosciuti utilizza gran parte delle tecniche descritte in precedenza (egli insiste nel dire, presentandosi al pubblico, che le sue capacità non hanno assolutamente nulla a che fare con il paranormale, ma le sue intuizioni e conoscenza sono talmente convincenti che spesso non viene creduto).

Nel 1993 dimostrò le proprie abilità alla rivista New Woman. Tra il personale di redazione presente alle sue sperimentazioni c’era una ragazza di nome Rebecca, a cui non era stato detto che si trattava di un imbroglio dichiarato. La giovane rimase molto impressionata. Rowland sembrava sapere tutto dell’incidente automobilistico del suo fidanzato, del fatto che avesse abbandonato un suo talento – che risultò essere la danza – e che aveva avuto una relazione in cui «il problema era la distanza». Rebecca annuiva impaziente e in seguito raccontò che ad averla convinta era stato il racconto dell’incidente. Disse che «c’erano troppe cose significative per pensare che tirasse semplicemente ad indovinare. Deve per forza avere qualche tipo di potere».

Rowland spiegò “il trucco” alla rivista: «faccio a tutti un’identica lettura del passato, e funziona bene. Poi la personalizzo. Frattanto ho il tempo per instaurare un rapporto con la persona. [L’incidente è] ciò che noi chiamiamo una frase stereotipo, ed è utile quasi quanto la “frase Barnum”… esistono molti episodi che sono solitamente veri per una particolare fascia di età. Tanti hanno a che fare con episodi avvenuti a scuola. La lettura funziona precisamente in questo modo. Si dà qualche frase sufficientemente generalizzata e la gente vi adatta la sua esperienza. «Se dovessi fare una lettura ad una trentenne direi frasi stereotipo sui bambini, e colpirei nel giusto almeno una volta… quando vi dedicate alla lettura certe cose le imparate per forza. La storia che Rebecca aveva un talento inespresso che non aveva perseguito è un altro stereotipo, così come lo è una relazione a distanza.»

Con Rebecca, Rowland “sbagliò” clamorosamente chiedendole dei problemi alla caviglia avuti verso Natale/Capodanno. La ragazza non reagì, nemmeno quando l’affermazione venne estesa a «qualcosa che indossavi, o un problema con le scarpe».

«È quanto definisco “frase di incoraggiamento”. Fai un’affermazione molto precisa che avrà sicuramente una risposta negativa, ma continui cambiando i dettagli. Se non era la caviglia era sotto il ginocchio, se non era Natale era inverno, se non era ad una festa era mentre ci stavi andando… prima o poi qualcosa si incastra, e la persona resta senza parole».”

Il video seguente semplifica in maniera estremamente chiara i concetti espressi!

Conclusioni di Daniele Cipriani
parapsicologo

Questo articolo non vuole suggerire che tutti i sensitivi e/o medium utilizzano queste tecniche, ma deve servire per rendersi conto che esistono diversi metodi di persuasione che sfruttano le nostre sensibilità, le nostre vulnerabilità e che tutti, potenzialmente, ne siamo esposti. E’ questo il tipo di aiuto che un ricercatore deve dare, fornire alle persone i giusti suggerimenti per saper scindere il vero dal falso. Possibile che uno “spirito” ricordi sempre quanto vi voleva bene, che è morto in tarda età con problemi respiratori (ma dai?),  ma mai la via in cui abitava da bambino o il nome di un lontano parente che nessuno, eccetto lui, conosceva? Cercate sempre conferme circostanziate e fortemente probanti e non fermatevi di fronte a letture vaghe e goffi tentativi di inganno.

Approfondimenti e Fonti

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Dalila Roccamatisi

Author: Dalila Roccamatisi

Dalila Roccamatisi si occupa di ricerca e comparazione delle fonti per l'Associazione GHR da ormai un anno. Inoltre è studentessa presso la Facoltà di Lettere dell’Università degli studi di Roma di Tor Vergata. In passato ha collaborato con testate giornalistiche della periferia romana per poi continuare con la stesura di articoli e saggi per altre associazioni. Interessata allo studio delle religioni e ai vari concetti di spiritualità diversificati a seconda delle culture, pone particolare attenzione verso le più antiche, come i culti neolitici della Dea Madre, il Paganesimo celtico o l’Induismo. Appassionata di tutto ciò che è esoterico e misterioso, il folclore italiano raccontato da Giambattista Basile diventa la base per una ricerca che perdura tutt’ ora e le fa raccogliere preziose testimonianze e racconti da ogni parte d’ Italia. Nel campo del paranormale si occupa principalmente di teorizzare e comparare dati raccolti da noti ricercatori (parapsicologi e fisici) dalla seconda metà del ‘900 a oggi. Scopo ultimo della sua ricerca è quello di scoprire cosa si cela dietro un fenomeno di poltergeist, in che modo la mente umana possa interagire con la materia circostante e qual è il confine, se esiste, oltre il quale ci è impossibile spingere le nostre capacità.